1979-2019: L’ANNIVERSARIO DEI “BOIA DI STATO”

 

Ricorre il 50° della promulgazione della legge 194, firmata da un manipolo di cristiano- devianti ( Leone-Andreotti-Anselmi-Bonifacio-Morlino-Pandolfi), sotto la pressione della politica di Aldo Moro,maestro  delle “convergenze parallele” con la politica del Partito Comunista Italiano , il quale  nell’ultimo Congresso DC,  aveva aperto “ai valori etici delle masse popolari” ” e sotto pressione dei socialisti e del partito radicale, che aveva trovato in Emma Bonino,  e in Pannella , dei propagandisti della confusione tra “Arbitrio” e “libertà”. Moro, altro cristiano deviante, oggi quasi beatificando, è stato il padre spirituale della 194, sacrificando  per ragion di stato la fertile dialettica tra la cultura cristiana, che non si fonda sulla convergenza ma sulla contraddizione (la croce di Cristo) . Il politico fece l’annuncio annuncio della svolta nell’ultimo Congresso della DC da lui presieduto,introduttivo del “Compromesso storico”.  Il   conflitto tra esistere soggettivo edonistico e dovere essere per la verità ,l’amore e la bellezza e il marxismo-leninismo  che vede la storia solo come una contingenza sociologica in cui la coscienza morale e individuale non esiste. è stato la marcia funebre dei sistemi comunisti.  Oggi il problema è l’adattamento culturale e apatico alla mancanza di conflitti morali , psicologici, culturali a una cultura pragmatico-edonistica, anche benedetta dalla Chiesa, fatto che ha risultati tragici nel mondo giovanile e politico.   Moro, è stato ucciso proprio da chi paradossalmente non voleva l’unione tra marxismo e cultura cristiana, salvandola in un certo senso, rimanendo vittima di quello che la psicoanalisi dei gruppi chiama “gruppo d’accoppiamento”, che cerca sempre un capro espiatorio. In un certo senso l’omicidio di Moro,  è stato analogo a un aborto in cui, a causa di sensi di colpa della madre, uniti a quelli del “boia di stato” , trasfigurati in pietismo (per la psicoanalisi-formazione reattiva di un’aggressività distruttiva) viene uccisa una persona. Il marxismo, ideologia messianica, cerca sempre infatti un capro espiatorio, per salvare l’idea della lotta di classe, come struttura della storia. I traditori vanno uccisi !

Allora fu istituita una nuova figura di medici devianti, spergiuri del giuramento d’Ippocrate e che giustamente sono definibili “boia di stato”, e furono aperte negli ospedali ” le camere di sterminio ginecologiche”. Nacque cosi’ una schizofrenia istituzionale e comportamentale. Il dottore a un’ora era il dr. “morte”,il boia che uccideva nella camera di sterminio ginecologico, su mandato psicologico del sicario o di altri dei consultori  ,  in un’altra il dr. “vita”, che faceva nascere , magari nella stessa sala in cui poche ore prima aveva ucciso. Quando questa bilancia emotiva si spezzava e si spezza, nascevano e nascono gravi problemi psicologici e psichiatrici e errori professionali che hanno motivato alcuni ginecologi a “obiettare”.

E’ stato così così che i ” boia di stato” hanno soppresso nelle camere di sterminio ginecologico, 5 milioni di persone indifese, nei primi stadi del ciclo di vita e hanno arricchito gli studi psicoterapici , psicoanalitici  e psichiatrici di donne in preda a sindromi post-abortive. Per questi Il  comandamento ” non uccidere” non esiste e il loro giuramento al rispetto della vita non esiste.  I danni alla salute mentale e fisica della donna sono un evidenza ben studiata da molti lavori come ha evidenziato il prof.Brera già nel 1982, nella prima ricerca sulla materia e una delle prime al mondo, (1) fatta insieme a medici deviati. Gli effetti psico-sociali dell’aborto sono catastrofici: rotture famigliari, problemi psichiatrici e sanitari, anche figlicidi. Un famoso caso di cronaca che ha sconvolto l’Italia è riconducibile a una psicopatologia post abortiva curata con psicofarmaci che slatentizzano pulsioni suicide e omicide.

Allora una legge dello stato firmata da una generazione politica perversa e scellerata , istituì  la possibilità di definire la coscienza morale come relativa alla soggettività e all’arbitrio , con l’istituzione “dell’obiezione di coscienza” per difendere la coscienza dal potere statale. L’Europa vorrebbe che in Italia non vi fosse la coscienza morale della maggioranza dei medici, , contro la stessa  Dichiarazione Europea dei diritti dell’uomo,  e ritenendo che decidere della vita o della morte di un altro, l’uccidere una persona nelle prime fasi della sua vita, sia un diritto democratico. Nel 1979 un etica bimillenaria diveniva succube del potere dello stato e della politica.

L’aborto non è un atto clinico, anche quello “terapeutico”, infatti la gravidanza è un fenomeno fisiologico che il vero medico ha il compito di favorire non d’interrompere. Se poi una donna non vuole, non sono problemi che riguardano la medicina.

Anche una paracentesi per valutare eugeneticamente se il figlio  sia malato e quindi sopprimibile,  non è un atto medico. Giustamente un famoso attore Down, di fronte alla Corte suprema degli Stati Uniti, ha detto ” Perché ci uccidete ?”

Ancora oggi c’è sempre un “boia di stato” che uccide e che poi paga e fa pagare agli altri con i suoi disturbi mentali per i sensi di colpa ,  i suoi errori  anche ai pazienti e ai congiunti , a meno che non sia uno psicopatico. E’ ora di chiudere questa parentesi genocida in Italia, in Europa, nel mondo , con la stessa determinazione con cui gli alleati hanno interrotto il genocidio degli ebrei nei campi di concentramento. Purtroppo le sue conseguenze psico-sociali ricadono su tutti.

Buon Anniversario.”Boia di stato” !

©Rodolfo di Hautecombe Copyright 2019

(1) Brera GR  La scelta di abortire. Motivazioni e sequele psichiche. Coop. Amici della vita. 1982

IL DECALOGO DEL COMITATO SANITARIO NAZIONALE (CSN)

  1. CONTROLLO E INDIRIZZO DELLA POLITICA SANITARIA DELLA DIRIGENZA SANITARIA ITALIANA E DEL PARLAMENTO A FAVORE DELLA  LIBERTA’ E DELLA DIGNITA’ DELL’UOMO, DEL DIRITTI DEI PAZIENTI, DELLA PREVENZIONE , DELLA DIGNITA’ ETICA E CLINICA DEL LAVORO DEL MEDICO E DELL’INFERMIERE. RITORNO  AI VALORI ETICI DEL GIURAMENTO D’IPPOCRATE E CAMBIAMENTO LEGGE 194.
  2. CONTROLLO DEI VALORI ETICI E DELLA COMPETENZA DEI DIRIGENTI DELLA SANITA’ ITALIANA
  3. IMPEDIRE ,CON AZIONI FORTI, INTROMISSIONI DEL POTERE GIURIDICO NELL’AMBITO DELL’ETICA MEDICA E DELLA TUTELA DELLA SALUTE MENTALE DEI MINORI
  4. VALORIZZAZIONE E RESPONSABILIZZAZIONE DELLA PERSONA DEL MEDICO E DELL’INFERMIERE NELLA CULTURA, COME SEGNO VIVENTE DEI NOBILI VALORI ETICI E PERSONALISTICI DELLA CULTURA OCCIDENTALE CENTRATI SULLA PERSONA , LA LIBERTA’ , LA DIGNITA’ DELL’UOMO, LA SOLIDARIETA’ CON I PIU DEBOLI,IL RISPETTO DELLA VITA, IL RISPETTO E LA VALORIZZAZIONE DELLA DONNA E DEI LAVORATORI
  5. LOTTA AL RIDUZIONISMO BIO-TECNOCRATICO E  ALLA RIDUZIONE DEI MEDICI E DEGLI INFERMIERI A BUROCRATI DELLA SANITA’ CON LA VALORIZZAZIONE DEL LAVORO CLINICO E DEL RAPPORTO PERSONALE CON I PAZIENTI.
  6. RIDUZIONE DEI MASSIMALI DEI MEDICI DI FAMIGLIA A 800 E DEI PEDIATRI A 500, PER CONSENTIRE IL LAVORO CLINICO E PROMUOVERE LA SALUTE DEI MEDICI SALVANDOLI DALLO STRESS .
  7. ISTITUZIONE NELLA SANITA’ ITALIANA DELLA MEDICINA CENTRATA SULLA PERSONA,CAMBIAMENTO DI PARADIGMA DELLA SCIENZA MEDICA
  8. FORMAZIONE ALL’INSEGNAMENTO DELLA MEDICINA CENTRATA SULLA PERSONA E ALLA SUA APPLICAZIONE CON IL METODO CLINICO CENTRATO SULLA PERSONA E IL COUNSELLING MEDICO E SELEZIONE DEI DOCENTI IN MEDICINA NEI DIPARTIMENTI UNIVERSITARI-NON UNO OGGI E’ FORMATO A INSEGNARE LA MEDICINA, SE SI ECCETTUA NELLA SCUOLA MEDICA DI MILANO
  9. CAMBIAMENTO DEI REQUISITI DI SELEZIONE DEGLI STUDENTI DI MEDICINA, OGGI OBSOLETI E INDIFFERENZIATI. SELEZIONE SECONDO I CRITERI DELLA MEDICINA CENTRATA SULLA PERSONA, COME INDICATI DL PROF.GIUSEPPE R.BRERA
  10. LIBERALIZZAZIONE E REGIONALIZZAZIONE DEL SISTEMA UNIVERSITARIO ITALIANO, DANDO PIENO POTERE E RESPONSABILIZZAZIONE ALLE UNIVERSITA’, FINANZIARE IL DIRITTO ALLO STUDIO  PER VALORIZZARE IL MERITO E I GIOVANI E RIPORTARE IL MIUR AL RISPETTO DELLE LEGGI IN VIGORE. ( ART 172-RD 1592-1933) “I DIPLOMI UNIVERSITARI HANNO SOLO VALORE DI QUALIFICA ACCADEMICA”.

 

IL CAMBIAMENTO CENTRATO SULLA PERSONA DELLA MEDICINA E DELLA SANITA’

Il cambiamento epistemologico della scienza medica

Riprodotto  con autorizzazione da  : Giuseppe R.Brera  Medical Science and Health    Paradigm Change. Università Ambrosiana 2018

(e dalla presentazione invitata del prof. Giuseppe R.Brera alla Organizzazione Mondiale della Sanità-4 Maggio 2011)

La Scienza medica sviluppatasi grazie alla rivoluzione positivista di Claude Bernard , che ha fondato la medicina sperimentale in laboratorio sugli animali e che ha portato a importanti progressi farmacologici negli ultimi cinquant’anni , è cambiata in un senso antropologico grazie alla rivoluzione dell’Allostasi in fisiologia che ha soppiantato il concetto di Omeostasi di Cannon  , alla psico-neuro-endocrino-immunologia , alla Neurobiologia, alla scienza degli affetti,  alla epigenetica riassunti dalla “Teoria della relatività delle reazioni biologiche”, pubblicata nel 1996. Questo progresso ha determinato la caduta del paradigma meccanicista della teoria dello stress di Selye organizzato su un modello di causalità lineare: a uno stimolo A consegue meccanicamente uno stimolo B. Questo appare vero solo nell’emergenza, quando la variabilità biologica è ridotta.   Il cambiamento  che nasce dalla ricerca di base, evidenzia e definisce per la prima volta nuovo paradigma epistemologico[1] per la Medicina basato sull’interazione di tre mondi di variabili  appartenenti  alla soggettività, la biologia e l’ambiente fisico e interpersonale, pilotato dalla persona attraverso il suo lavoro interpretativo  delle possibilità nell’esperienza, fatto che ha come risultato uno stile di vita e la sua qualità.  Questo contributo teleonomico alla medicina  è stato dato dalle scienze umane a partire dagli studi antropo-analitici della adolescenza che hanno evidenziato nella natura umana una misteriosa chiamata alla verità, all’amore e alla bellezza, a cui l’uomo è chiamato a rispondere per tutta la vita. Dall’incontro dell’interazionismo evidenziato dalle scienze di base e dalla teleonomia esistenziale evidenziata dalle scienze umane e dalla kairologia, ne è nato un paradigma indeterminista, rivoluzione epocale simile alla fisica agli inizi del secolo scorso, che ha dato origine nel 1999 in Italia, presso la Scuola Medica di Milano, alla Medicina centrata sulla persona e al metodo clinico centrato sulla persona teorizzati da Giuseppe R.Brera.  Questa rivoluzione epistemologica  della scienza medica ha permesso la nascita di un nuovo concetto di salute che oggi è intesa come “ La scelta delle migliori possibilità per essere la migliore persona umana”, portando le scienze delle salute a orientarsi sulla valutazione della persona, e della qualità della sua vita, come determinanti nella patogenesi delle malattie. Il lavoro clinico e preventivo risulta modificato in un senso antropologico-personalista con la necessità da parte del medico di acquisire nuove competenze metodologiche che partono dalla capacità d’interpretare i fenomeni empatici,la diagnosi della persona, lo studio dei fattori protettivi e della qualità dell’ambiente umano e fisico e della qualità del rapporto della persona con esso.

La prima ricerca al mondo sugli effetti clinici dell’applicazione del metodo clinico centrato sulla persona fatta da 7 medici di famiglia, 6 pediatri territoriali, ( campione = 16.000 assistiti)  3 medici ospedalieri, 4 liberi professionisti , formati al metodo clinico centrato sulla persona presso la Scuola medica di Milano ha dimostrato un impressionante riduzione di somministrazione farmaci e visite specialistiche , ricoveri ospedalieri, un aumento della soddisfazione professionale  un diminuzione forte del lavoro ambulatoriale per una maggiore autonomia dei pazienti. Una pediatra con 800 assistiti aveva prescritto lo 80% meno farmaci a i bambini rispetto alla media dei pediatri della Regione Lombardia.

Il risparmio di sofferenze e spese sanitarie (ca il 50%) è  possibile, è sorprendente con dei ritorni positivi anche su altri contesti, come famiglia e lavoro. Se le amministrazioni pubbliche della sanità e i governi fossero stati attenti all’innovazione, invece di ostacolarla, l’Italia avrebbe potuto investire in risorse umane e risparmiare ca 900 miliardi di euro in 13 anni. Tuttavia l’asinità culturale della dirigenza sanitaria italiana non l’ha permesso.  Il medico sfugge all’alienazione e allo stress da ambulatorio affollato  e al cottimo e ritorna a essere un vero  clinico con nuove capacità che integrano lo studio della soggettività dei pazienti, che sappiamo oggi legata alla patogenesi non solo per stili di vita non salutari. Ma per la dimensione emotiva  affettiva e relazionale nel quotidiano che agisce modulando l’informazione epigenetica. La metodologia clinica insegnata oggi e praticata è obsoleta e non corrisponde alle consocenze scientifiche.  Tuttavia l’applicazione del metodo clinico  centrato sulla persona che dal 1999 è insegnato presso la Scuola Medica di Milano, con procedure di qualità, ancora uniche nel mondo , richiede tempo e pertanto è necessaria una riforma dei massimali che devono scendere a 800-1000 al massimo, con una retribuzione adeguata.

La ricerca è disponibile su Internet.

 

Tuttavia malgrado dal 2003 gli amministratori della sanità lombarda e anche i governi siano stati informati, nulla è stato fatto per promuovere la formazione alla Medicina centrata sulla persona .

[1] L’epistemologia è la filosofia della scienza che studia senso, obiettivi e metodo della conoscenza scientifica, in questo caso della Medicina

Aderisci  alla Charte Mondiale de la Santé -the World Health Charte

Informazioni sulle possibilità di formazione alla Medicina centrata sulla persona

©Copyright Comitato Sanitario Nazionale 2019

Bibliografia

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[30] Brera G. R The adolescent as person. Person centered adolescence  theory. Medicine Mind and Adolescence 2001; XVI (1-2): 5-1

 

WORLD WEEK WITHOUT SMARTPHONE

 

La Società Italiana di Adolescentologia e Medicina dell’adolescenza, la Scuola Medica di Milano, la World Federation and Society of Adolescentology, alla luce dei danni al cervello provocati dalla dipendenza da Smartphone che coinvolge nel mondo 600-700 milioni di persone e in Italia ca 3 milioni di adolescenti promuovono a livello mondiale una settimana di astensione dall’uso dello Smartphone

La  prima edizione della WWWS  si svolgerà dal 25 al 31 Maggio 2020 e introdurrà il Congresso Internazionale :

A threat to humanity:
the smartphone addiction
Philosophy,Social Psychiatry,Psycho-neuro-biology Milan
28-29-30 October 2020
info: congress@worldweekwithoutsmartphone.it

Gli aderenti al Comitato Sanitario Nazionale avranno il beneficio di un’iscrizione prioritaria con il 20% di riduzione sulla quota di partecipazione

Per aderire alla WWWS     https://www.worldweekwithoutsmartphone.it

RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE PER IL PRESIDENTE

 

Nella cerimonia d’apertura del 23° Congresso Internazionale della World Association of Social Psychiatry , (WASP) , che ha visto la partecipazione di 600 delegati da 66 paesi,il presidente, prof. Giuseppe R.Brera ha ricevuto il più alto riconoscimento onorario della WASP per il contributo dato alla scienza medica e alla medicina, con la teorizzazione della Medicina e del Metodo clinico centrato sulla persona che ha portato al cambio di paradigma della scienza medica e del concetto di salute, presentato dal prof. Brera alla WHO nel 2011.

Storia della Medicina centrata sulla persona

La Medicina centrata sulla persona

VERITA’ O ARBITRIO: LA MISSIONE DELLA VERA MEDICINA

 

Giuseppe R.Brera

  1. 1. Sofferenza , speranza e  libertà

La vita in alcuni momenti può essere sentita come insopportabile perché determinata  e dipendente da altri  ,un senso  di non “farcela più” , un peso insopportabile  anche nel vedere la sofferenza delle persone vicine. Quando la speranza non esiste , può nascere il desiderio di farla finita, di suicidarsi , come nella depressione endogena o in un dolore non tollerabile o nella convinzione  di una non guarigione, anche se in medicina la prognosi infausta è sempre una probabilità mai una certezza, come insegna Lourdes, uno smacco per gli apostoli del determinismo e dello scientismo. La possibilità di guarire è spesso oggi confusa con la capacità nel dare e ricevere cura e la percezione del proprio stato è relativa al senso d’importanza   della propria presenza nel  mondo, cioè alla coscienza di un valore non contingente della propria esistenza superiore alla sofferenza e alla morte cioè di una libertà superiore alla condizione umana. Quando l’uomo dà un senso trascendente al soffrire, come sacrificio per amore, il mondo si riempie di una luce che illumina tutti. Questa è stata la rivoluzione di Gesù Cristo che ha generato luce e energia per il mondo  eliminando la necessità antropologica della guerra . La soofferenza , la morte e la guerra non hanno più avuto l’ultima parola.  Quando nella notte della disperazione, soprattutto per la perdita dell’ autonomia, confusa spesso con “libertà”-è tipico degli adolescenti- non è possibile provvedere da soli a un suicidio, allora si può fare strada l’idea di chiedere l’aiuto di un terzo, fatto oggi possibile dopo la sentenza della Corte Costituzionale che contraddice in modo radicale la Costituzione che difende la tutela della salute, alternativo a quello di uccidere un malato con tecniche indirette. La Corte con la sentenza ha di fatto annullato l’art. 32 della Costituzione, in quanto la salute che implica necessariamente la vita è un diritto fondamentale.  Il diritto alla tutela della salute non coincide con il diritto alla morte ma necessariamente con la vita che la rende possibile.   Chi dovrà applicare l’orologio elettronico al paziente per la dose letale, magari comandato a distanza da un App. con teschio ? Chi potrà evitare che questo sistema tele-criminale non possa essere applicato da un secondo “boia di stato” a anziani o pazienti ignari, sempre necessariamente un sanitario, un infermiere. Il vero problema di questi pazienti è la percezione del valore del proprio esserci e del proprio essere una persona umana , comprendere con l’aiuto di persone illuminate che la loro vita non può perdere l’essere soggetto-oggetto d’amore e di senso per tutti e per Dio. La Corte Costituzionale, ha introdotto in realtà  una legittimazione culturale del suicidio della cultura occidentale che si è evoluta con la croce come bandiera, a partire da Costantino il Grande.

2. Il desiderio di morte è un fenomeno clinico  e nessuno ha il diritto di entrare nel rapporto medico-paziente

L’idea di un suicidio è un fenomeno clinico frequente anche in gravi forme di depressione endogena , in cui la persona si sente colpevole di tutto anche di essere vivo, fatto che si può acuire quando la persona non autonoma vede che i prossimi fanno fatica e questo aumenta la sofferenza, generando sensi di colpa. La motivazione soggettiva  alla morte fa parte della clinica  che realizza il diritto alla salute possibile se il paziente vive.   Una sorta di “suicidio biologico” è anche frequente negli anziani quando i figli fanno pesare il loro fare per loro. Questa documenta bene il rapporto tra soggettività e salute, colonna epistemologica della Medicina centrata sulla persona. Gli anziani spesso si ammalano  e muoiono per la correlata caduta delle difese immunitarie in quanto si  sentono in colpa , non più amati e degni di attenzione e rispetto. Un’ideazione suicida diretta o assistita fa parte del rapporto medico-paziente e della cura medica,  indirizzata a dare salute-fatto prescritto dalla Costituzione-oggi tradita- anche nella modulazione del rapporto  parenti-malato. Questo è un assioma della clinica. Nessuno , in primis lo stato, si  può permettere di entrare con  sentenze o leggi in un rapporto clinico , pena di un danno al paziente, che, con la legittimazione culturale del desiderio di morire, fuori dal contesto clinico, può sentirsi motivato e non metterlo in discussione per cercare la verità sulla sua motivazione, saltando il medico e affidandosi a un “boia di stato”. Per questo motivo la Corte costituzionale ha tradito se stessa e il suo ufficio in primis “il rispetto della persona umana”(art.32). La dignità umana, che la Costituzione tutela, si realizza nella verità e nell’amore,  radici filosofico-cristiane  della libertà e dell’Occidente, la cui possibilità è stata tolta dalla sentenza.

3. Il senso della sofferenza va oltre le nostre capacità di comprensione

Quando il medico si trova di fronte a un desiderio di morte  si  gioca il suo spirito morale, la formazione e le  capacità professionali, che al limite, lo coinvolgono anche in prima persona chiedendogli anche di mettere sul tavolo anche i valori più alti della sua esistenza come la fede e l’attaccamento affettivo del paziente. Quando mi sono trovato diverse volte in questa situazione dopo aver valutato se l’idea suicida era motivata dalla mancanza di un reale attaccamento affettivo, formulavo la domanda: “Lo sa che Lei è amato da Dio nella sua individualità più di tutto l’universo fisico ?” Cercavo di far percepire, in un vuoto di relazioni affettive, l’esistenza di un rapporto affettivo tra  Dio e lui-lei, trascendente il desiderio soggettivo ma contingente nell’attualità. Una volta, a conclusione di una psicoterapia-  un cara persona mi disse: “ Vede dottore non mi sono buttata dalla finestra perché sulla sua scrivania ho visto il libro dei Salmi “.  Il problema per l’uomo che vuole morire è avere coscienza che la sua vita  non è relativa al suo desiderio e alla sua volontà, un mondo simbolico soggettivo sottomesso  all’ arbitrio , ma proprio perché “simbolico” chiede un significato oggettivo . Il desiderio di morire deve  essere messo in dubbio per consentire la ricerca una verità inconfutabile su sé e il mondo, anche se non percepita e che se scoperta permette di sentirsi e essere liberi. In questo Agostino d’Ippona è maestro: “ Se dubito vuol dire che esiste la verità”  e l’uomo è fatto “ per essere, sapere e amare”. Oggi  purtroppo la Chiesa, nella notte di un pragmatismo  relativistico , si è dimenticata delle sue radici culturali.  E’ la conoscenza della verità che fonda la libertà. Questo è un mistero fenomenologicamente irrisolvibile ma rivelabile alla soggettività nella relazione con chi è vicino, in primis il medico e i prossimi. La Fede è una grande risorsa psicologica nelle difficoltà della vita, anche estreme. Il comprendere che ognuno di noi e ogni situazione, anche se  è fatta di sofferenze insopportabili  e perdita dell’autonomia o sensi di colpa inconsci o consci  , fa parte di un misterioso progetto di Dio, che si rivela nell’amore gratuito di chi è vicino. La prossimità affettiva e competente nella luce spirituale  permette di capire come la nostra condizione può inserirsi in una storia dell’universo, ben più grande del nostro pensiero e vissuto e trova un senso  nel generare amore. I monaci tibetani sostengono che l’universo, in senso fisico, è retto dall’amore e la fisica quantistica è vicina a questa idea.  Il senso dato alla sofferenza ha dunque un valore che va ben oltre la nostra  comprensione . Il pensare e sentire di non essere “Un granello di sabbia perso casualmente in un deserto”, sviluppo di un bellissimo pensiero di Carlo Casini,  fa i conti in primis con il mistero dell’esistenza della nostra stessa vita , della nascita, dell’amore, del dolore, della sofferenza e della morte. Siamo fatti per i vermi o in noi e per noi c’è un disegno misterioso di verità, di amore e di bellezza, che trascende il tempo, c’è un ruolo determinante per  la vita dell’Universo ?  Chi  dà un senso d’amore alla propria sofferenza  è di fatto un nuovo Prometeo, amato non invidiato da Dio.

4. L’ideologia del suicidio assistito e dell’eutanasia nasconde un’aggressività mortale travestita da pietismo

Il pensare di essere fatti per i vermi, può giustificare il “carpe diem” e uno stile di vita edonistico-narcisistico, fatto di specchi , di vita  virtuale sui “social”, di apparenza, di cui la nostra cultura è imbevuta, che lascia un vuoto tremendo quando  non è più possibile e apre a falsi pietismi degli ideologi del suicidio assistito  e dell’eutanasia che dovrebbero analizzare con la psicoanalisi le loro motivazioni  -“formazione reattiva” secondo Freud- in cui l’aggressività si traveste da pietà.  L’evento malattia, anche nei casi estremi,   appartiene all’esistenza  dunque è un possibile per essere, un interrogativo sulla nostra identità di uomini e quindi è una possibilità per cambiare punto di vista, entrando in un vero rapporto con se stessi, cioè la propria anima che è fatta naturalmente per la verità e la libertà, come appare anche nell’esperienza di molti pazienti, caposaldo epistemologico della Medicina centrata sulla persona.

5. La “lezione” della Croce di Cristo e la Chiesa

Solo assecondando la ricerca della verità  sul nostro essere uomini e non cose, cioè “soggetti”, possiamo  capire chi veramente siamo , sperimentando la nostra libertà sulla morte e la divinità della nostra natura. E’ la lezione della Croce di Cristo,   massacrato e inchiodato per scelta e per amore dell’umanità. Cosa impariamo dal simbolo dell’Occidente ? Certamente che la libertà dell’uomo non dipende dalle possibilità di auto-determinazione , ma dal senso che egli dà al suo stato. Questo non vale solo per la malattia e la sofferenza per la perdita dell’autonomia ma anche per la nascita e l’amore. Chi tuttavia ha il potere di far perdere all’uomo la possibilità di un’autonomia di pensiero e di sentimenti, se non fattori interni a lui come i sensi di colpa, segno di una colpa ontologica esistente in un nostro essere non libero. Guardare alla Croce come salvezza dalla morte, offre la libertà dalla colpa.  Oggi l’uomo sembra voler sfuggire al confronto con la croce di Cristo, la sua vita e il suo messaggio, radice dell’ Italia e dell’ Occidente, con il suo significato antropologico non solo mistico, che testimonia la vittoria della libertà dell’essere uomini  sulla morte, nuova costituzione della libertà nell’amore sacrificale redentrice la colpa. l’Occidente si è totalmente dimenticato , sopratutto nei centri di potere che il tempo e l’universo sono misurati da Cristo, che si è posto come punto di partenza e punto d’arrivo. Siamo nel 2019 e saremo domani e dopo-domani in un tempo dopo la nascita di questo straordinario uomo , la sua croce e la sua resurrezione. Un nuovo tempo quotidiano di speranza e di vita eterna. Questo confronto  esistenziale e culturale  non è paradossalmente incoraggiato dalla Chiesa, caduta in un’oscurità  pragmatico- relativistica , che parte dall’errore di Papa Bergoglio: “ La realtà è, l’idea si elabora” in Evangeli Gaudium ,   ma l’idea della verità è la realtà che ha permesso la sopravvivenza dell’umanità e il progresso. Il Papa confonde la realtà con il mondo sensibile-empirico, chiudendo così alla necessità dell’uomo di un’ interpretazione oggettiva della natura del proprio essere entro limiti certi,  fatto che sta portando l’insegnamento della teologia cristiana al relativismo morale e alla scomparsa del linguaggio evangelico: “Si/no”, un’idea che nasce  dalla logica aristotelica. L’essere non può non essere.  Anche un Papa può sbagliare.  Alla base di un vero potere delle tenebre, che ha pervaso anche la Corte Costituzionale, e che allontana dal confronto con la radicalità della Croce c’è la perdita della radicalità degli opposti: si/no-Vero/falso, Vita/morte, amore/odio. Non è possibile un confronto vita/morte sena la radicalità del si/no. La Chiesa tuttavia dopo S.Giovanni Paolo II°  e Papa Benedetto ha perso penetrazione culturale e linguaggio forte, contraddittorio, radicale, anche se ha criticato la scelta scellerata della Corte Costituzionale ed è sempre dalla parte della vita di chi soffre.  l'”essere” viene prima del “fare” e entrambi non possono essere separati dal “sapere” e dall’ “amore”. (S.Agostino). Anche nella medicina moderna fondata sul concetto del “ prendersi cura”, istituito dalla lezione di Cristo sul Buon Samaritano, c’è la straordinaria domanda socratica a Gesù di Pilato: “Che cosa è la verità” , l’altra radice irrinunciabile dell’Occidente: il “ Ti esti “ (il cosa è ?) socratico: la metafisica affossata da Marx,  Comte,  Sartre. Ma il “cosa” è stato sostituito dal “Chi” dal Buon samaritano , di fronte alla sofferenza e alle domande anche di morte. Il chiudere un paziente nel suo problema e nella sua soggettività significa ucciderlo. ,  come insegna il nuovo concetto di salute ” La scelta delle migliori possibilità per essere la migliore persona umana” che chiede  l’apertura al possibile dell’amore, della verità e della bellezza,   per la costruzione dell’essere una persona umana nella speranza tale che possa dare una risposta al mistero dell’esistenza, non la chiusura. 

6. La vittoria sulla sofferenza e la morte

Come ha evidenziato Paul Tournier-padre spirituale della Medicina centrata sulla persona nel suo straordinario saggio “Medicina e Persona”- ,  l’importanza della nostra vita e delle nostre radici culturali non può fare a meno della Croce di Cristo, che ha cambiato tutto, come anche Friedrich Engels e Friedrich Nietzsche, sostenevano, perché con il  gesto eroico di sacrificarsi per amore affrontando con coraggio il martirio per amore,  quest’uomo, ha cambiato le sorti e il destino dell’umanità e di ogni uomo, introducendo l’idea del “sacrificio per amore”  e la sofferenza come possibilità di libertà assoluta di dono e  di eroica vittoria sulla morte. Una nuova verità  di natura divina, a cui  l’uomo è chiamato, entrò nella storia e può far sperimentare  che la condizione umana può essere un dono  d’amore vittorioso sulla morte, rendendo l’uomo libero, fondante una nuova reciprocità affettiva tra le persone, e facendo percepire  a chi si sente abbandonato  solo e sofferente, che la Croce può generare amore, come sanno le madri di molti disabili e molti malati cronici.

7. L’ideologia radicale è fondata sull’arbitrio non sulla ricerca della verità

La Corte costituzionale ha voluto istituire  una ideologia che strumentalizza il desiderio di morte : “Se mi permettono il suicidio vuol dire che non sono niente, sono uno scarto , invece di crearmi possibilità per stare bene” come ha scritto un malato di SLA su Avvenire. Il desiderio suicida è in realtà una provocazione: “Vediamo un po’ se siete capaci di farmi amare la vita in questa condizione ” o il sentirsi importanti   perché capo fila di un’ideologia radicale.   La nostra cultura, purtroppo, sta ideologizzando, anche su spinta di movimenti politici come i Radicali l’assunto: “ E vero ciò che io sento o penso”,  confondendo arbitrio con libertà. Al desiderio o volontà di morte,  questa cultura che fa interiorizzare il consumo dell’oggetto-sé e dell’altro per motivi di “marketing”, come “usa e getta”, deve dunque ripartire dalle radici,  dall’idea della verità oggettiva , un’idea dell’essere : da Socrate, Platone e Aristotele e alla Croce di Cristo  cioè dalla verità e dall’amore fondanti la libertà dell’uomo.  In particolare lo deve fare la Medicina con la Medicina centrata sulla persona-un cambiamento epocale di paradigma nato in Italia nel 1999- che oggi deve  applicare nella clinica il nuovo concetto di salute nato da essa: “ La scelta delle migliori possibilità per essere la migliore persona umana”  Oggi il medico dovrebbe essere preparato a acquisire anche con capacità di counselling  capacità maieutiche dell’essere-persona del paziente, riscoprendo la nobiltà della sua professione non la sottomissione ad asfissianti burocrazie amministrative telematiche che lo vogliono ridurre a funzionario bio-tecnologico, riducendosi  a essere strumento controllato dallo stato, “parafulmine” dei problemi della nostra cultura e degli errori e delle omissioni di governi. I medici che hanno applicato in ambulatorio la Medicina centrata sulla persona e il “counselling medico” hanno avuto risultati straordinari.(leggere l’articolo sul sito)

8. Medici non “Boia di stato”

  Dato che un desiderio suicida è unproblema clinico e non altro, assecondare che  uno stato  anonimo e impersonale tramite dei “boia” prezzolati dal Servizio Sanitario Nazionale-fatto ripugnante-  possa assecondare una volontà di morte, è aprire o chiudere le possibilità per essere una persona umana , per acquisire una dignità irriducibile ? Se la coscienza dei medici è orientata  alla libertà dell’uomo dalla malattia e dalla morte ed è fondata sulla ricerca della verità oggettiva  insieme al paziente, certamente accettare che leggi necrofore e ignoranti  autorizzino “boia di stato” a entrare in un rapporto clinico, rendendo impossibile o vanificando il lavoro medico-psicologico, assecondando  suicidi o uccidendo- come già succede con l’aborto-  significa rinunciare alla propria identità e alla propria missione esistenziale-culturale e a ogni fondamento etico e epistemologico della scienza medica.  L’identità della medicina non è  “la bio-tecnologia”, se pur necessaria, ma la cura clinica della persona  il cui essere una persona  sana, ne è il punto di partenza e d’arrivo. Con il nuovo concetto di salute  risultato del cambiamento epocale della medicina, il lavoro del medico ma anche quello dell’infermiere, diventa più ricco, più profondo e “maieutico” .Questo richiede più tempo  e valorizzazione culturale e politica del lavoro medico e sanitario e una nuova formazione, centrata sulla persona del paziente.  I medici devono rifiutare le possibilità di un’obiezione di coscienza, perché la loro coscienza ha come fondamento la verità anche scientifica sulla natura umana e metterla in discussione significherebbe accettare la non esistenza di un significato etico oggettivo fondante la Medicina, accettando  che lo stato con dei “ boia”, entri  in un rapporto clinico, annientante la loro identità,  e il loro lavoro. I medici  in nome di una nobiltà e dignità di uomini e di professionisti ,da recuperare dove non esista più, per difendere i pazienti dovrebbero muoversi compatti e uniti  per  rivoluzionare la tendenza politica e statale che li vuole strumenti ignavi, al massimo “Obiettori” ,iniziando a neutralizzare una sentenza scellerata e facendo vedere chi comanda in Italia nella sanità e nella sua politica per il bene della popolazione. E’ una questione di potere, in cui la politica sanitaria deve essere riportata a essere figlia dei valori eterni della Medicina e del progresso scientifico.  Questo lo devono fare i medici e gli infermieri stando dalla parte delle persone E’ necessario combattere ogni tentativo dello stato di sostituirsi alla  coscienza medica  relativizzandola all’ignoranza sulla natura umana e a una confusione tra verità e arbitrio. Questa oggi è la missione della vera Medicina e la ragione della nascita del Comitato Sanitario Nazionale.

*Direttore della Scuola Medica di Milano,Presidente della Società Italiana di Adolescentologia e Medicina dell’Adolescenza

 Presidente Società Italiana di Adolescentologia e Medicina dell’Adolescenza,Secretary of the International Commitee of “La Charte Mondiale de la Santé-the World Health Charter

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